dell'adolescenza, dei cambiamenti
Allora, Giovanni Lindo Ferretti negli anni Ottanta scriveva tante belle cose. Anche
negli anni Novanta. Si va dagli urli di Emilia Paranoica,
all'anticipazione contenuta in Allah è grande e Gheddafi è il suo
profeta. Le suggestioni di depressione caspica. Cantava qualcosa che è
stato zeitgeist. Anni di riflusso eroinico e anerotico. Anni in cui il
bisogno di religione poteva essere riempito solo davanti alle false
quinte del Patto di varsavia, quello della stabilità e dei piani
quinquennali. Anni di medicinali dai nomi diventati simbolo della calma
artificiale e spaventosa, che avrei poi conosciuto in altre forme,
purtroppo: toradol, tavor, valium.
Anni da cui usciva anche Supercar, per noi più piccoli. Ora sono anni
cantati dagli
discendono darwinianamente.
Poi abbiamo intercettato i CCCP e ci son piaciuti: avevo piu' o meno
14-15 anni, fine anni Ottanta. E ancora ci piacciono, quei pezzi.
Per questo Giovanni Lindo Ferretti - di cui già da tempo si diceva che
era completamente rincoglionito - merita almeno un pensiero cattivo.
Qui la lettera che ha scritto al Foglio di Ferrara due giorni prima del referendum.
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