31 marzo 2006

La strage dei centauri

E' ancora Loriano Macchiavelli. Il libro proviene da un locale bolognese, era buttato li' insieme a altri romanzacci tipo harmony. L'ho dovuto salvare a un oblio impietoso, su uno scaffale di fronte al cesso del locale. Una bella serata, non solo per il libro.
Comunque, il libro vale assolutamente la lettura. Spero che anche questo venga ristampato, anche se il protagonista non è Sarti Antonio.

p.s. colonna sonora.

Attesa

Checché ne dica mantellini, a me il sito di Jpod (il nuovo romanzo di Coupland) piace moltissimo.

p.s. colonna sonora.

conversazione web

Il sottoscritto è impegnato in una discussione di quelle a metà tra "chiacchiera da bar" e "brevi cenni sull'universo", con ZetaVu (e indirettamente con Granieri). La conversazione poi si riverbera qui.

30 marzo 2006

trendsetting

Oggi ve lo dico: scimmie così verdi nei sogni del paese non ne se n'erano viste mai, fino a Maler.
Poi non ditemi che non vi avevo avvertito.


p.s. colonna sonora.

29 marzo 2006

Non per colpa dell'eclissi

Oggi la primavera qui ha la faccia di dicembre.
Vorrei un caffé al tavolino di un bar, all'aperto.

p.s. colonna sonora.

28 marzo 2006

paese civile un cazzo - 3

Ieri sera, dopocena con amici, a casa di un indiano e della sua compagna mezza inglese mezza neozelandese. Lei racconta che era finito il sapone nei bagni dell'università dove lavora, e per questioni di appalto non si poteva rimettere altro sapone. Allora ha raccolto firme per convincere la direzione a rimettere il sapone. Ha raccontato che molta gente ha rifiutato di firmare la petizione e ha fatto moltissima fatica per raccogliere 60 firme.
Il suo compagno ha chiosato: "Ogni azione collettiva è percepita come negativa: questo è il risultato del tatcherismo".

p.s. colonna sonora.

27 marzo 2006

paese civile un cazzo - 2

Gli inglesi hanno avuto l'Impero, e ancora hanno il Commonwealth. Nel quotidiano, si traduce nel fatto che in ogni supermercato trovi frutta e verdura esotica, condimenti provenienti da ogni parte del mondo.
Pero', se vuoi un contratto telefonico casalingo, la mia carta di credito non funziona. Perché? Perché non è emessa da una banca inglese. Il fatto che sia internazionale (cioe', non dell'Istituto di credito di Valchiavarone di sotto) valida e accettata in tutto il mondo (anche in cina, per dio), a British Telecom non interessa. E te lo dicono solo dopo una mezzoretta di telefonata (gratuita, per fortuna, ma sempre mezzora è...). Globalizziamo solo la democrazia, vero Blair?
D'altra parte, in questo stesso paese, nel supermercato piu' grande della città, sul barattolo del sale fino c'e' scritto "non c'e' bisogno di macinarlo". E sul brie c'e' scritto: "pronto da mangiare": grazie al cazzo, è formaggio....Che poi, in realtà non sa veramente di nulla (è quello del supermercato), quindi se lo cucini con qualcosa (magari dentro un tortino con i funghi) è pure meglio.

E poi scopri che a 20 metri da casa un tipo è morto tra le mani della polizia, ufficialmente ha avuto un collasso nel corso di una colluttazione con le guardie, nel piccolo cimitero dietro la chiesa che sta sull'altro marciapiede, dove ogni mattina vedo gli scoiattoli dalla finestra.
E di questo tipo morto, una settimana fa, non sapevo nulla.

I parigini sono stronzi, scortesi, snob, e quant'altro: ma li' si mangia da dio.

p.s. colonna sonora.

The Alienist

E' un libro ormai di 12 anni fa, di Caleb Carr. Sono particolarmente legato a questo titolo, perché era nella casa dove ho abitato per 4 mesi nel 1996 a Copenhagen, insieme a "La donna del tenente francese" e altri che non ricordo. Da allora mi è rimasto in testa il titolo, e quando l'ho trovato qui in un charity shop l'ho preso. Tra l'altro, era stato comprato in Italia, e aveva la pecetta con il prezzo in lire e in euro.

Il libro è lungo, troppo. Come editor avrei tagliato un centinaio di pagine, almeno. La storia è quella di un serial killer nella New York del 1896, con Theodore Roosevelt capo della polizia cittadina prima di iniziare l'ascesa alla Casa Bianca. Ci sono molte scene inutili, personaggi un po' ridondanti, lirismo compiaciuto, esibizione della ricerca storica anche quando non necessaria. Cosi', la tensione diminuisce, cala, fino a diventare solo voglia di vedere come va a finire, non reale suspence.
Anche la parte di storia delle scienze della mente, che è il cuore della narrazione e dovrebbe fare da chiave di lettura, in realtà è scialba e forse anche sciatta. Consigliato se si fanno molti viaggi in aereo.
Soprattutto, la lettura di Ragtime è troppo recente per non fare un confronto, che vede The Alienist sconfitto per KO alla seconda ripresa.

24 marzo 2006

paese civile un cazzo

Allora, in una settimana questo mi è successo: mi hanno fatto la luce dietro della bici, me l'hanno ricoperta di pasta al sugo, e ieri sera dal terrazzino comune (cioe', un davanzale molto largo, facile da accedere dalle finestre nostre e dei vicini) mi son sparite 6 lattine di birra. fucking bastards.

colonna sonora: Take down the Union Jack, di Billy Bragg.

Un brivido, e non e' il freddo

Ho trovato agghiacciante quest'intervista. Fa paura, è nauseante. Omini, mezzomini, ominicchi, piglianculo e quaquaraquà. L'intervistato manda messaggi, giustifica, distingue, assolve. Italia, 2006.

23 marzo 2006

Il mio governo - post per amici

Si avvicinano le elezioni, e propongo quindi la mia squadra di governo.

Affari regionali: Maura – e’ l’unica che conosco che provenga da regioni a statuto speciale
Attuazione del programma di governo: Letizia – organizza qualsiasi cosa, e riesce a farla.
Funzione pubblica: Arianna – segretaria di produzione, praticamente e’ il suo mestiere
Innovazione e tecnologie: Alessandro – il mio informatico di fiducia
Italiani nel mondo: Simone – ormai da tanti anni e’ fuori dall’Italia
Pari opportunità: Bea – ultrafemminista moderna
Riforme istituzionali: Zinc – lo facciamo giocare un po’ con le istituzioni
Rapporti con il Parlamento: Daniela Cipo – da’ il suo cellulare a chiunque, e i rapporti li tiene benissimo
Sviluppo e coesione territoriale: Abolito
Esteri (e politiche comunitarie): Marco – parla più lingue di tutto il resto del governo
Interno: Vecchi – chi per anni e’ stato in piazza, senza fare cazzate, se lo merita
Giustizia: Marmelloni – il miglior avvocato che conosca
Economia e Finanze: Andrea – mio fratello, l’econofisico
Attività produttive: Bussola – ha fatto produrre un libro a Laser in due mesi, riuscirà a far produrre qualsiasi altra cosa
Istruzione, università e ricerca: Andrea P. – il nostro futuro Nobel
Lavoro e politiche sociali: Monia – l’unica che conosco che ha preso il sussidio di disoccupazione
Difesa: Fede – Anni di Civilization non sono passati invano
Politiche agricole e forestali: Eda – braccia rubate all’agricoltura
Ambiente e tutela del territorio: interim per me
Infrastrutture e trasporti: Chiara – va in bici da anni a Roma, basta come referenza
Salute: Vale – sconfiggera’ la malaria e riaprira’ i consultori
Beni e attività culturali: Marina di Galileo - fara' disegnare il nuovo mondo a Florentin
Comunicazioni: Ferrazza – regala un Ipod a tutti, con l’abbonamento a roma channel incluso.

22 marzo 2006

Confronti

A Parigi, uscivo dalla biblioteca dove studiavo, e trovavo i wallaby.

A Oxford, esco dalla biblioteca da dove studio, e trovo il Museo di Storia Naturale, e delle impronte di dinosauro sul prato li' davanti.

A Roma, se esco fuori dalla mia biblioteca, trovo: motorini accatastati, auto in tripla fila, e il Policlinico.

21 marzo 2006

Diversi ordini di grandezza.

Su xelle di repubblica, c'e' un'intervista a Morissey*, fatta da Gianni Santoro (che e' anche amico di amici).
su Music, mensile dell'Observer, c'e' un pezzo di Douglas Coupland. E' un'intervista a Morissey.


*non metto il link perché con firefox si vede da schifo. Visto che le statistiche dicono che questo blog ha la metà dei lettori che usano firefox, allora decido di discriminare gli altri, quelli che usano internet explorer.

credito e castigo

Abel & Cole sono degli organic farmers che portano la verdura e la frutta a casa da queste parti.
La settimana scorsa, dopo il primo ordine, avevano chiamato per dire che la mia carta di credito non aveva funzionato.
Quindi, in attesa che finisse il mese e rientrassi in possesso di una carta funzionante, nessun ordine per questa settimana.
Stamattina, incredibile visu, sugli scalini si è materializzata una scatola, che noi non avevamo ordinato. Sono stati molto gentili. Pero', me l'hanno fatta pagare: ci sono i broccoli nella scatola. Io sono quasi allergico, ai broccoli e al loro odore.

la pasta, ok, ma non cosi'...

Sono un italiano in uk: pero' non mi manca la pasta. almeno per ora. Ogni tanto ce la facciamo, ma senza sbavare.
forse per punirmi di cio', stamattina la bici era ricoperta di una melma composta di pasta e sugo, ben consolidata durante la notte.
Chiunque sia stato, che sia maledetto. Chuck Norris avra' cura di lui.

19 marzo 2006

Ikea e gli aeroporti. Cioe', parole in libertà.

Negli ultimi mesi, di aeroporti ne ho visti un po'. UK, Francia, Italia, Cina, Danimarca.
A un Ikea, e' un po' che non ci vado.
Ho visto anche un po' di aeroporti low cost: Luton, Stansted, Ciampino, Forlì.
Sono mediamente piu' piccoli di Ikea (forse Stansted no, ma è sicuramente è piu' brutto, anche se ci si riesce anche a dormire con una certa comodità, su quelle panche).

Gli aeroporti sono, per antonomasia, 'non luoghi', che l'etnoantropologo Marc Augé ha definito così: “Se un luogo può definirsi come identitario, relazionale, storico, uno spazio che non può definirsi né identitario, né relazionale né storico definirà un non luogo”.

Ikea, uguale a sé stessa dappertutto, può essere forse un non-luogo? Secondo me sì: come mcdonald's, gap, H&M, Zara. Uguali a se stessi nel mondo, rimandano a un ipermondo che non ha identità perché uguale sempre, non ha relazioni perché blob pulsante e annichilente.
Non e' che ce l'ho con queste catene, ci compro anche qualcosa, ogni tanto (McDo, è dal 1999, anno dell'eclissi solare che vidi a Berlino, che non ci vado più, se non sbaglio).
Pero', son tutti uguali, in tutta Italia, in tutto il mondo. Bello e facile, per il consumatore (salvo poi scoprire che forse il sintetico così presente da H&M va bene forse per i paesi nordici, con medie climatiche più basse: H&M nasce in Svezia nel 1947. Sapevatelo).
Straniante: a Parigi "Ascem" e' dilagante, come "le Gap" e Zarà. Andate per esempio a Saint-Germain-de-près, e salite verso Montparnasse, su Rue de Rennes. Tutti lì, e noi dentro, a comprare cose decenti, spesso di qualità minore o uguale a Oviesse. Ma Oviesse, che pure si espande nel mondo conosciuto, non ha il glam di H&M.
A Londra, ogni quartiere che si rispetti ha la sua High street, dove uno in fila all'altro trovi eicendem, de ghep, saara. Le città inglesi sono cosi', tutte uguali: perché tutto è in catena franchising, anche l'edicola, la cartoleria, ecc ecc.
Ikea, rispetto a questi "non luoghi" da shopping passeggero e anche comunque un po' fashion, non è quasi mai nel centro della città, come gli aeroporti. Attira movimento centrifugo, contrario agli altri.
E' luogo chiuso in sé: fai tutto li' dentro, come in aeroporto, devi essere pronto praticamente ad ogni evenienza, anche il ritardo di ore, e quindi i servizi ci son tutti. E da Ikea in genere si mangia meglio (e a prezzi inferiori) che negli aeroporti. In più, da Ikea una poltrona veramente comoda dove riposarti per dieci minuti, la trovi, negli aeroporti no.
Ikea poi ti segue anche fuori: il portapacchi per l'auto, o l'affitto del furgone (ma quante confezioni di polpette svedesi hai comprato?!).
E si allarga, si espande. Espande il suo essere non luogo.
Gap e H&M li chiudi dentro l'armadio, e spesso te ne dimentichi dopo qualche mese (Oh, ma guarda questa maglia, l'ho comprata a Londra; o forse a Parigi? o era Bologna?). Ikea è l'armadio. E' la cucina, è il tavolo, la forchetta e il piatto. Ogni tanto anche quello che c'e' nel piatto (le polpette, i muffin alla cannella - lisergici, le patatine, le salse ai frutti di bosco, le aringhe).

Il non luogo aeroporto te lo lasci alle spalle: a me al massimo lascia un libro in più, o delle scarpe (oh, negli aeroporti inglesi timberland e clarks hanno sconti che nelle high street di città ve li sognate...).

Il non luogo Ikea, ti entra in casa.

E' negativo? No: proprio perché nullo, neutro, senza relazioni, senza identità (nonostante quel nome da HHGG: la sedia Zaphod,il tavolo Slartibartfast), costringe chi ci vive a modificarlo, farlo uscire dal mondo irreale del non luogo e buttarlo nella vita. Metterci del sangue, dentro (e non quello che sputate per avvitare l'ultima vite con la brugola ormai completamente spanata), e trasformarlo in casa propria.
Anche per questo Ikea costa poco: il grosso del lavoro sta all'acquirente, dal punto di vista simbolico ed estetico. Ikea, come l'aereo dell'aeroporto, ti dà efficienza e funzionalità (spesso), il modo più semplice e rapido per arrivare dalla partenza e all'arrivo. Cosa c'era prima e cosa ci sarà dopo, è affar tuo.

E questo aiuta anche un po' tutti noi: le non-case di Ikea, possono diventare casa di qualcuno. E quel qualcuno vien voglia di conoscerlo se riesce a farlo. Altrimenti, grazie, il catalogo e' arrivato anche a me.

Rent a car.

Mi associo ad Auro: non usate la carte di credito per l'affito di un'auto. I 500 pound di cauzione mi hanno di fatto bloccato 3 settimane di carta di credito. Se vivi in un paese diverso di quello della tua banca, e se usi la carta anche per comprare le verdure, è un bel limite....

16 marzo 2006

le cose pian piano girano

Finalmente Oxford: cioe', library in centro, tra college antichi e il museo di storia naturale, professori in toga e gargoyles affacciati dai tetti. Cioe', finora ero stato in un centro bellissimo, ma nuovo: vetro e cemento, potevi essere in UK come in Germania o in URSS.
Ora no, sono decisamente a Oxford, in una library di legno scuro e i libri a vista. Ieri un sole meraviglioso, oggi qualche fiocco di neve. (cio' rinnova l'antico dubbio: in bici, andare piu' piano per avere meno vento, o pedalare piu' veloce per riscaldarsi?)

Poi, ci hanno accettato due paper per un congresso, con gli amici. Uno a London, uno a Cracovia.

E domani invece a quest'ora saro' a Bologna, per questo festival. Su Radio Città del Capo, mi sentirete, forse.

15 marzo 2006

Mater semper certa est

Ma secondo voi, "seconda lingua madre" è una vaccata o un nuovo miracolo italiano?

Update: una ricerca su google per "seconda lingua madre" ritorna circa 160 risultati. Evidentemente è un concetto utilizzato. Berlusconi aveva rogian., aveva rgioa..., aveva ragoen, insomma, avete capito. Io non riesco a scriverlo.

all'alba sui colli

Di Loriano Macchiavelli. Uscito negli anni Settanta, ripubblicato da Einaudi. Bello, il caffé vs. il caffé solubile, cioè Sarti Antonio alle prese con la borghesia ricca e fastidiosa.
Bello, come sempre.

Ma chi le pensa certe cose?

Copio e incollo da una chat con un amico.

Kevin: ieri mi hanno regalato un album da scaricare da itunes
praticamente ti arriva una mail col link
il regalo più tecnologico che abbia mai ricevuto
vado a cliccare
Ricambi Originali: e?
era gigi d'alessio??

K: e mi si apre una finestra che mi chiede di fare l'update di itunes
scarico l'update
inizio a installare
ma mi avvisa che dal momento che ho quicktime pro
me lo dovrà sostituire col nuovo quicktime NON pro
RO: !?
K: e al limite dovrò acquistare una nuova licenza
RO: cazzo!
K: allora apro emule e mi scarico lo stesso disco
RO: e poi l'hai regalato a steve jobs?
K: mo glielo forwardo :)
RO: che teste di ...!
K: alla fine la pirateria la vince non per questioni di soldi, ma di organizzazione
RO: ma tu non puoi aggiornare il pro?
K: si, ma mi devo comprare la licenza per sentire un disco devo comprarmi la licenza di un software video, che ho già comprato
RO: follia
vabbeh, ora al lavoro
K: ok. te saluto :)
RO: adieu

14 marzo 2006

Principio di non contraddizione

Dei giornalisti che lavorano per una redazione on line, forse dovrebbero riflettere sul fatto di usare "internet" per sbattere il mostro in prima pagina.
Soprattutto se: nell'articolo (on line ora) che fa seguito al titolo non vi sono riferimenti a internet, e nel breve riassuntino si dice che l'evento e' stato organizzato in una normalissima riunione, non in teleconferenza.

p.s. Il titolo di questo posto sarebbe potuto essere "target=black", ma solo pochi nerd avrebbero capito.

motivo per votare

Alessandro Robecchi sul Manifesto mette qualcosa sul piatto della bilancia, a favore dell'andare al voto il 9 aprile.

Occuparsi di Calderoli, alla lunga è umiliante, abbiamo migliaia di cose più serie da fare.

13 marzo 2006

Syriana

Al cinema di Oxford per vedere questo film: qualcosa come mezz'ora di pubblicità, una lucetta accesa durante lo spettacolo che un po' dava fastidio.
Tutto cio' non ha impedito di vedere un bel film, complicato nella trama e soprattutto complicato dall'uso massiccio dell'americano. Ritmo serrato, storie che si accavallano, bravi attori, soprattutto Clooney.
L'unico neo, è in una delle storie: che praticamente non si integra per nulla con il resto. Sarebbe potuta diventare un documentario a parte - sulla crescita dell'integralismo islamico - mentre nel film ha un unico, e brevissimo, punto di contatto.
Imho, vale assolutamente i soldi del biglietto.

10 marzo 2006

Il watergate all'amatriciana

Dopo Calderoli, Storace.
Se prima era in uno a dar le dimissioni, adesso siamo in due....

Watergate...a Roma cosa sarebbe? L'hotel Phenix sulla Nomentana? O forse l'hotel Derby di Garbatella? O un albergo a ore intorno a Termini? O il President su viale Emanuele Filiberto?

Tanto per dire: quando nel 1985 con la famiglia ci trasferimmo a Montagnola poco lontano da li', gli abitanti del luogo chiamavano il palazzo della Regione "palazzo Fantozzi", perché vi era stato girato l'ononimo film. Da allora, da quando lo vedo praticamente tutti i giorni, c'e' stato di tutto lì intorno: feste dell'unità; circhi normali e du soleil; c'e' un'occupazione abitativa (le casette) che ruba l'acqua a un ristorante che a sua volta ruba l'acqua all'acea; campi da calcetto; c'e' stato un orrido striscione in caratteri fascisti che diceva "onore ai caduti di nassiriya"; c'e' un fioraio aperto tutta la notte, all'angolo con la Colombo; ci sono, da sempre, trans e prostitute, li', proprio sotto il palazzo, su quel marciapiede; la sede di una televisione locale; un pizzicagnolo che si chiamava "io salumiere" ed era giustamente stato ribattezzato "dio salumiere", probabilmente dagli studenti del liceo che dava sulla stessa piazza: fini' tra le botteghe oscure di Cuore; ora ci lavora un amico, li', ai piani alti del palazzo; e un tempo c'erano sempre i vigili, a quell'incrocio, e non ci sono piu'.
E poi Watergate, che vuol dire? Fontana? Fontana, come quella della Carlotta di Garbatella?
Questo è il sugo del Watergate all'amatriciana.

p.s.
magari, ci togliamo dai coglioni anche i volontari fondamentalisti cristiani dai consultori, nonché i truffatori della cura di bella.

09 marzo 2006

Analogie

L'interpretazione politico-poetica di Please Please Please (let me get what i want) è in Smisurata Preghiera di De Andre'. E son due bellissime canzoni, imho.

ricorda Signore questi servi disobbedienti/alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto/che dopo tanto sbandare/è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista/come un'anomalia/come una distrazione/come un dovere.

07 marzo 2006

Cose che mi son lasciato alle spalle

- Un paio di scarpini da calcetto
- Il libro di Augias che stavo leggendo: i segreti di roma.
Mentre la prima mi dispiace un po', e me li ricomprero', il secondo non lo rimpiango, anche se non l'ho finito.

06 marzo 2006

Connesso

Il tenutario di questo blog ha finalmente connesso il proprio laptop in quel di Oxford.
Dove c'e' rete, c'e' casa.

02 marzo 2006

E di nuovo cambio casa...

Visto che da lunedi' per qualche motivo Fossati mi accompagan con "J'adore Venise", giusto usarne un titolo...
Questo blog, da oggi e per qualche tempo, diciamo 3 mesi giorno piu' giorno meno, verrà aggiornato da Oxford, UK. A meno di hacker impazziti che vorranno modificare questa pagina.
Forecastfox mi dice stamattina che mentre a Roma ci sono 10 gradi, con un sole meraviglioso (e questo lo dice anche la mia finestra), a Oxford ce ne sono -3, e possibilità di neve.
Quando si dice, il momento giusto.

p.s.
Il titolo alternativo di questo post era: you say goodbye, I say hello...