27 febbraio 2010

Le serie

Aspettando la terza stagione di Boris, la seconda di Romanzo Criminale e la prossima puntata di House, Breve elenco delle serie tv viste negli ultimi mesi nella loro completezza.

Californication: divertente, mi mancavano le ultime due serie (su tre). La seconda incentrata sul produttore rock Lew Ashby è noiosetta. La terza, con una grandissima Kathleen Turner, è decisamente meglio.

Weeds: la serie che ha reso popolare l'espressione MILF, di cui mi mancavano la quarta e la quinta stagione. La grande famiglia allargata di Nancy si trasferisce, erba e bagagli, sulla costa californiana a pochi km dal confine messicano. Succede di tutto, con Nancy capace di entrare e uscire da casini inenarrabili senza neanche dover usare i trucchi di McGyver. Per questo lei divenda un po' odiosa, mentre crescono i personaggio intorno a lei: Andy, soprattutto, e il figlio minore Shane. Assolutamente da vedere.

Dexter: quarta e quinta stagione del più tranquillo serial killer della storia. Come già nelle altre stagioni, si parte con tranquillità e si finisce con il botto. Insieme a The Shield, la cosa migliore fatta in TV dai tempi di ER?

True Blood: divertente, ma molto adolescenziale. Ok, i vampiri lottano per i propri diritti, hanno pero' le loro regole interne, pero' anche se non muoiono si possono innamorare degli umani. E viceversa. Anche perché pare che facciano sesso da paura. La cosa più bella della serie è la sigla di testa. Il resto, godibile.

The Shield: Sette stagioni vomitate direttamente dalle strade di LA (oh, cosi' diverse da Californication). Vic Mackey e i colleghi dello Strike Team tentano di tenere insieme le loro vite, tra corruzione principi morali piuttosto laschi, ma che fanno capolino. L'evoluzione dei personaggi è strepitosa, ma un cowboy più antipatico di Shane Vendrell, non si trova. C'e' un grandissimo Forest Whittaker. Da vedere tutta.

Studio 60 on the Sunset Strip. Dopo West Wing (che sto guardando, ma lentamente), Aaron Sorkin propone un altro ambiente chiuso e con folto cast: studio televisivo, una trasmissione simile a Saturday Night Live. Un po' sdolcinata, ma molto godibile. Purtroppo non ha fatto buoni ascolti, e si è chiusa alla prima stagione, costringendo gli autori a chiudere tutte le storie in fretta. Matthew Perry è decisamente bravo, cosi' come Bradley Whitford, uno dei protagonisti di West Wing

Lie to me: dalle microespressioni del corpo Tim Roth può indovinare se hai mai detto bugie alla mamma, se hai mai avuto pensieri impuri sulla tua compagna di classe del primo banco, e se per caso hai ucciso Kennedy. Il tutto gigioneggiando meravigliosamente, come non si ricordava dal dimenticabilissimo Four Rooms. Prevedibile dopo tre puntate.

The IT Crew: la prima stagione sono sei puntate da neanche mezz'ora l'una. Spettacolare in alcune gag sui nerd e sulle ragazze inglesi. Stile Monty Python Flying Circus. Su youtube alcune delle scene migliori, tra cui quella (tratta della seconda serie) sulla possibilità di rompere internet cercando google su google.

Il concerto

Film di Radu Mihaileanu. Molto bello, commovente ma non drammatico. Andrei è un direttore d'orchestra che scazzò con Breznev. 30 anni dopo, per un caso, riesce riformare una sua orchestra e portarla al teatro Chatelet di Parigi. Scherza sugli ebrei, sui russi, sui comunisti, sugli zingari, sui francesi. L'unica cosa che prende sul serio è la musica, e il concerto di Čajkovskij che porterà sulla scena parigina e poi in tutto il mondo. Come scrive Lorenzo, il doppiaggio di "ruusso chie piarla italijano" non è il massimo, anche se ogni tanto ha qualche buon effetto comico. Spero che l'originale fosse uguale, in francese declinato nei diversi accenti.

24 febbraio 2010

Altro che la Trota

La somiglianza con Ranxerox, e' voluta o casuale?

23 febbraio 2010

22 febbraio 2010

Il piccolo diavolo nero

Romanzo di Gianfranco Manfredi (2001). L'autore è uno di quei personaggi poliedrici cresciuto nel calderone degli anni Settanta del XX secolo, e fa di tutto un po' nel mondo dell'arte pop: fumetti, cinema, musica, romanzi. Lo conoscevo di nome, ne conoscevo qualche canzoncina, a malapena il fumetto (uscito quando la Bonelli non atirava piu' i miei soldi), mai letto nessun romanzo.
Questo l'ho trovato su una bancarella, 3 euri. Parla di bici, del mitico Romolo Buni, e quindi via, acquisito. La scena è la Milano fin de siècle, il XIX ça va sans dire, quando le bici stanno diventando sempre più popolari, Lombroso le pensa strumento di crimine e "grassazione", e se i benpensanti ne hanno paura, in tanti ci si appassionano, come sport, come veicolo, come strumento di liberazione, o come passione comune che unisce un gruppo di amici.
Il romanzo si snoda quindi tra i racconti delle sfide tra ciclo e cavallo, tra le figure di Romolo Buni (Molla Buni!) e quella di Bufalo Bill (nelle sue tante incarnazioni), tra le rivalità tra giornali e le rivalità amorose tra gli amici, per finire sulla repressione del feroce monarchico Bava, il tutto condito in qualche salsa d'anarchismo.
Il che rende un po' l'idea di quanta roba ci sia nel romanzo, documentatissimo e dettagliatissimo: se fosse riuscito bene, sarebbe stato un capolavoro. Se Manfredi avesse avuto voglia di fare piu' soldi, ne avrebbe scritti tre, di romanzi. visto che non ha fatto né l'uno, né l'altro, il romanzo rimane sospeso tra l'affresco storico e l'incompiuto, tra la foto e il film. Le storie non si legano molto tra loro, e quindi non c'e' un vero intreccio ma storie accomunate da nomi.
Qualcosa poi si puo' dire sulla scrittura: il voler per forza usare espressioni dialettali va anche bene, ma poi dover perdere tre righe a spiegare cosa e' stato detto nelle tre parole precedenti, appesantisce il tutto. Soprattutto quando si tratta di scene con dialoghi tra amici, i quali chiaramente non si dovevano tradurre tra loro il milanese.
Voto finale, sufficienza, per il molto impegno e la passione. Ma ci sarebbe voluto un buon editor, capace di tenere a freno l'autore, arginarlo e indirizzarlo.

11 febbraio 2010

I pidocchi e il granduca

L'ho letto per piacere ma riguarda anche il lavoro. Breve saggetto di Carlo Cipolla sull'epidemia fiorentina di tifo petecchiale (infezione da rickettsia) del 1621. Molto divertente e istruttivo.

Il peso della farfalla

Io Erri De Luca non l'avevo mai letto. Perché l'ho visto una volta a una presentazione (credo con Bianconi e De Cataldo, si parlava di lotta armata), millanta anni fa, e mi era sembrato triste. Uno sconfitto che non riesce a levarsi quest'aria di sconfitta neanche mentre sta facendo il miglior sesso dell'universo o di fronte alla combinazione tra basso colesterolo e un carrello di formaggi francesi gratuito. Oh, una roba a pelle, niente di razionale, e probabilmente neanche vero.
Questo libro va in parte in quella direzione, in parte no. Il racconto eponimo, un po' ha quell'aria triste, di sconfitta inesorabile e latente, memento mori senza il gaudeamus igitur.
Pero' e' bello, davvero, a parte qualche (imho) caduta di stile sull'unica donna presente nella narrazione.
Il secondo è invece una paginetta di diario, non avrebbe sfigurato su un blog alpinistico. Gustoso, poco piu'. Comunque, pubblicare cose del genere (in corpo 16 interlinea doppia, come una tesi di laurea), a 7.50 euro, sembra un po' una presa in giro.

09 febbraio 2010

inserzione

Su Freecycle, qualche giorno fa è passato questo

"offro blatte da pasto per gechi (shelfordella tartara)"

Pare che le pogone non le gradissero. Se siete interessati (e le blatte ancora vive), sono a Roma, zona Portuense.

08 febbraio 2010

Direttamente dal TG1, prima di Demetrio Volcic

Giovedi' sono stato a Torino a ricevere dei soldi, in una caserma (...). La Freccia Rossa all'andata ha avuto 50 minuti di ritardo, e effettivamente da Bologna in poi il treno trema, fastidiosamente.
Poi una volta a Torino, nella riunione della fondazione che mi paga, mi sono trovato faccia a faccia con un mito della prima repubblica.