20 giugno 2006

In ogni caso, nessun rimorso

Complice una zanzara notturna, la seconda metà e' stata buttata giu' d'un fiato stanotte. La storia e' bella, nella Francia d'inizio secolo. Storia d'amore e d'anarchia, scritta da Pino Cacucci romanzando la vita di Jules Bonnot, fino alla formazione della celebre banda di rapinatori anarchici.
Lettura appassionante, di stomaco piu' che di testa, emozioni piu' che politica. Una persona affascinante, Bonnot: la miseria piu' nera, l'incapacità di mandare giu' le ingiustizie in fabbrica, gli amori finiti male. E poi l'innamoramento del grande Novecento per le auto e le armi, simboli di un secolo andato a puttane.
Il titolo del libro, che si ritrova in un tatuaggio, invita a pensare ai destini segnati, alle vite scelte, a una banca della memoria che tiene dentro tutto.
Va letto, imho, anche se la scrittura avrebbe potuto far di meglio. Ne hanno fatto anche un film, uno solo, nel 1969.

1 commento:

Anonimo ha detto...

"quattro uomini in vettura della banda di bonnot
sorprendenti come un film quelli dei fratelli marx
ci vediamo alla stazione o al deposito dei tram
bambi arriva fischiettando mentre il disco suona già e...
suona il disco e intanto si colora la musica di lotta e libertà
musica di balli e di pistole presto la mia voce sparerà"
("un uomo solo al comando", fratelli di soledad)

come quando fuori piove.