15 settembre 2006

L'Adalgisa

E' un raccolta di disegni milanesi di Carlo Emilio Gadda. Racconti assolutamente coerenti, che si sovrappongo e si dipartono in tante direzioni.
Tema centrale è l'osservazione della borghesia della prima metà del Novecento, e in particolare quella milanese (e il dialetto è onnipresente), "i salotti dei Cavigioli, dei Caviggioni, dei Biandronni, dei Perego, dei Lattuada, dei Maldifassi, dei Vigoni, dei Gnocchi, dei Gnecchi; e, d’altra parte, dei Borella, dei Ghiringhelli, dei Pessina, dei Trabattoni, dei Recalcati, ecc. ecc. ecc. ecc. [...] i Consonni, i Carugati, i Gadda, i Roncoroni e i Brambilla". La Milano degli ingegneri del Politecnico.
Esilarante in molte parti, e in particolare il title tale, nella metaforizzazione entomologica della Milano bene.
Di Gadda avevo letto solo il grandissimo Pasticciaccio, ormai dieci anni fa (ero a Kobenhavn). Mi ricordo di averlo letto perché era nella biblioteca di quartiere (uno dei pochi libri in lingua italica) e perché leggevo molto e spesso le Lezioni Americane di Calvino. E Calvino a Gadda attribuiva molteplicità, uno dei valori per il prossimo (questo millennio).
L'Adalgisa è molteplice, a partire dalle note esplicative scritte da Gadda stesso, che spesso escono dal testo per diventare autonome, e non sempre sono semplici: si ha bisogno di note sulle note.
Il tutto con una lingua che lascia esterrefatti noi poveri che usiamo il T9. Alcuni brani mi erano più difficili che Tom Robbins in inglese. Trovatelo, un testo abile al locupletar in tal modo la vostra espressione.
Intanto, per chi voglia andare oltre, ho appena scoperto che esiste un Edinburgh Journal of Gadda Studies.

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