02 ottobre 2007

Il cavaliere inesistente

Un piccolo capolavoro di Calvino, riletto ad anni di distanza, in un'edizione Garzanti dei Nostri Antenati, regalata da Zio Lello e Zia Franca, da qualche parte all'inizio degli anni Ottanta. L'esattezza, la scienza, la ragione, che si devono integrare con gli altri aspetti del'umano. Da qui Calvino prende avvio per rifondare la sua idea di letteratura: da lì in poi saranno la scienza e il suo potere evocativo, ad accompagnare la fantasia del narratore. E il narratore conoscerà la molteplicità del mondo, là dove lo scienziato vede esattezza. Il romanzo contemporaneo è allora pensato come enciclopedia, come metodo di conoscenza, e soprattutto come rete di connessione tra i fatti, tra le persone, tra le cose del mondo. (Lezioni Americane)

Ma soprattutto, scienza e letteratura possono combattere l'inferno dei viventi:

L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abbiamo tutti i giorni, che formiano stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce fatale a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione ed apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio.

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