18 ottobre 2007

Scienza e dintorni

Tre segnalazioni.
La prima: un anziano premio nobel fa esibizione pubblica di razzismo e determinismo genetico (oltre che di una serie di altri -ismi che non stiamo qui a discutere). E' James Watson, coscopritore della struttura del DNA nel 1953. Non è l'età il problema: il ragazzo non è ricoglionito, ma da sempre è stato considerato dai suoi colleghi una brillante testa di cazzo (scusate il francesismo, ma non trovo equivalenti). Non è d'altra parte la prima volta che se ne esce con queste trovate, sapendo benissimo che solleverà un polverone. La sua agenda è comunque piuttosto chiara, e stupisce che ancora ci sia gente che prende sul serio le sue affermazioni e le discute. Il vecchio Watson spinge una sua ipotesi allo scopo di trovare finanziatori per tutte le sue attività di divulgatore della genetica (alcune anche buone), che per alcuni versi la scienza sta superando al galoppo. Ma la ricerca si sta addentrando in temi molto sfumati e complessi, che mal si adattano ai titoli di giornale. "Scoperto il gene per l'omosessualità", anche se falso, avrà sempre più spazio della notizia che molti studi di associazione tra geni e tratti fenotipici complessi non hanno risultati positivi. Dunque, meglio continuare a deresponsabilizzare le persone e la società, parlando di ciò che non possono fare per limiti intrinseci (la genetica), e non di ciò che possono fare per migliorare la propria vita. Un'idea piuttosto in sintonia con il capitalismo criminale contemporaneo, che della libertà individuale vuole attivamente fare a meno.
Inoltre, Watson sta pubblicando un nuovo libro e un po' di pubblicità non gli può far male- "Avoid boring people": un titolo poco adatto a uno che da più di trent'anni ripete le stesse cose, anche se con la spilletta del Nobel sul bavero della giacca.
Sull'argomento, comunque, la lettura consigliata prima di ogni altra cosa è S.J. Gould, Intelligenza e Pregiudizio.

Le altre due segnalazioni vengono dalla parte migliore della famiglia: l'esilarante discussione su un premio a uno dei più brillanti scienziati di questi anni; e un lungo commento sul nobel per l'economia appena assegnato, che spiega alcuni meccanismi di base della finanza contemporanea, tra cui l'ineliminabilità delle grandi catastrofi tipo Parmalat o mutui subprime. E lo fa con tale chiarezza, che mi stupisco che ancora non gli abbiano dato un posto da ministro della divulgazione scientifica.

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