Vita precaria e amore eterno
Il libro di Mario Desiati non è brutto ma è molto fastidioso. Fastidioso per un'ironia di terzo grado che usa troppi quei luoghi comuni, che risulta in un'artificialità intellettuale che non è da psicosi ma è solo artefatto culturale.
Lettura salottiera, così da poterne parlar male con cognizione di causa, giocare il ruolo di radical chic tanto odiato da Martino Bux, il protagonista, che appare fondamentalmente essere uno stupido, e basta: un forrest gump troppo idiota anche per trovarsi un hobby come la corsa o i gamberetti. Questo non basta per ergerlo a protagonista di un romanzo.
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