12 aprile 2005

Livorno

In questi giorni si parla molto di Livorno. Domenica a Roma c'era Lazio-Livorno, carogne fasciste espongo striscioni orrendi, i tifosi livornesi come sempre con bandiere rosse, fieramente comunisti e bolscevichi. Per me anche troppo. In curva laziale appare uno striscione molto grande "roma è fascista". Ai livornesi, prima della partita viene sequestrato uno striscione che parla di 140 vittime senza giustizia.

Esiste un filo che collega l'Olimpico domenica 10 aprile, Ilaria Alpi, i militari americani, l'ENI. Il filo si ingarbuglia davanti a Livorno, nel 1991. Di notte, un traghetto di linea lascia il molo e punta verso la Sardegna. Trova sulla sua strada una petroliera, l'AGIP Abruzzo. Si scontrano, il traghetto prende fuoco. Il traghetto è il Moby Prince. 140 morti, tutti i passeggeri, tutto l'equipaggio tranne un mozzo al primo giorno di imbarco.

Quella notte di fronte a Livorno c'era di tutto: navi americane senza controllo, petroliere italiane che non si sa che facevano, e un'imbarcazione somala, probabilmente dedita al contrabbando d'armi. Questa probabilmente aveva appena fatto - di notte, di nascosto - il pieno dalla AGIP Abruzzo. Ci sono poi altre navi "fantasma" che scappano appena avviene la collisione del Moby Prince. C'e' una sorta di silenzio radio provocato. C'e' un elicottero che gira sulla rada. Ci sono testimonianze false, contraddittorie, palesemente pilotate. Ci sono 140 morti, più Ilaria Alpi e Miran Hrovatin che dopo aver indagato sull'imbarcazione somala, in Somalia, vengono assassinati. C'è un'unica condanna, un capro espiatorio che se la cava con poco.

Il primo nome che viene in mente è Ustica.

Ieri sera, il programma di Minoli "La storia siamo noi" ha mandato in onda un'ora di inchiesta sul Moby Prince. Vedere le cose tutte insieme è stato agghiacciante.

L'ENI è l'unica grande azienda internazionale rimasta in Italia. In Iraq, l'ENI era l'unica che avesse interessi da difendere, perché l'unica legata al petrolio.

A Livorno il 10 aprile 1991 non c'era nebbia, ma secondo i giudici c'era nebbia. I radar della petroliera erano spenti, ma secondo il capitano della nave erano accesi. I passeggeri sono morti in breve tempo, ma le immagini e i medici hanno dimostrano chiaramente che alcuni sono rimasti vivi per molte ore.

A Roma il 10 aprile uno striscione che ricordava i morti del Moby Prince non è stato fatto entrare. Le bandiere delle SS, della X MAS, gli striscioni fascisti, hanno avuto cittadinanza in quella curva.

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