28 novembre 2005

Ragtime

Romanzo, tentativo di mito fondativo degli Stati Uniti d'America, scritto trent'anni fa da E.L. Doctorow. Ne avevo sempre sentito parlare come di un capolavoro, ne hanno tratto un film uscito nel 1981.
Bello, appassionante, ma a tratti artificiale: ci sono paragrafi di descrizione che sembrano essere utili solo a far vedere quanto l'autore abbia studiato nei particolari l'epoca.
Puo' darsi sia solamente questione di nazionalità e cultura. Prima di questa lettura non avevo mai sentito parlare di Stanford White, per esempio.
Sono invece molto interessanti alcuni esperimenti linguistici, come il mancato utilizzo della punteggiatura da discorso diretto che rende spontanee e ritmate le pagine di dialoghi. Il Ragtime è sincopato, si sviluppa anche dall'incrocio tra bianchi e neri, usufruisce dei primi mezzi di riproduzione musicale per avere larga diffusione. Il romanzo impasta il tutto e lo restituisce sotto forma di racconto, ma un racconto che sa di narrazione orale, di un narratore che gesticola mentre parla, di un pubblico che ride e ogni tanto arricchisce di dettagli.
IMHO, un'ottima lettura.

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