13 settembre 2006

Di nuovo a casa.

Il ritorno dalla Sicilia e' durato poco. Un giorno a Roma, e poi via verso Forte dei Marmi da dove domenica mattina, con una cena strepitosa la sera prima, io e Flavio siamo partiti per Bologna (colonna sonora in mp3, che non c'entra nulla però...). Due bici da strada riadattate, con guarniture 53-39 e pochi rocchetti, borse da viaggio. La strada ci ha portato prima alla galleria del Cipollaio a 799m. Poi lunga discesa fino a Castelnuovo Garfagnana, dove si è iniziato a fare sul serio, andando al passo delle Radici, 1529m. Altra lunga discesa, per luoghi gucciniani (Sant'anna Pelago...) con il dubbio che forse la traversata sarebbe riuscita in giornata. Ma la salita che ci ha portato ai 1000m di Sestola ci ha definitivamente convinto che non era cosa. Così i tornanti in discesa ci hanno portato a Fanano. Fanano è un posto sotto il Cimone. Scendendo a circa 35-40 km/h, con i freni tirati per la stanchezza, il freddo e l'ombra della montagna, una coppia di sessantenni americani ci ha salutati, urlando "be careful, the road is dangerous". Abbiamo inchiodato, per far due chiacchiere con gli ammmericani. Lui aveva la maglietta del Felix Pedro Day. Allora la lampadina si è accesa. Di Fanano ne ha parlato Rumiz quest'estate. Comunque i due americani ci danno una dritta buona per dormire, e dopo la sistemazione e la doccia, funghi porcini e gnocco fritto: 123 km, media moooolto bassa.
Il giorno dopo, più o meno tutta discesa. Ma nella foga, seguendo le indicazioni stradali siamo finiti su una strada a scorrimento veloce, con spartitraffico, tre corsie, praticamente un'autostrada. L'unica indicazione che non ho visto è stata quella del divieto per motorini e biciclette. Mi sono anche incazzato con uno che mi ha tagliato la strada per uscire allo svincolo. Ma forse mi voleva solo aiutare. Insomma, io davanti che pedalavo, e Flavio dietro che cercava di chiamarmi e fermarmi. Dopo tre km circa, un distributore, dove chiediamo a una signora se c'e' modo di scavalcare la rete e uscire dalla quella strada. La signora ci delude, aggiungendo: Mo ve, che siete proprio matti...
Siamo riusciti a prendere un passaggio da un tipo con camioncino che ci ha portato a Casalecchio: il tipo era di Fanano, andava a Padova e ha allungato di qualche km per portarci fuori di li'. Un compagno.
Arriviamo a Bologna dallo stadio, direttamente in porta Sant'Isaia, dopo aver rischiato di andare verso San Luca e essere entrati in una strada senza uscita. Ora di pranzo, 73 km.

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