23 ottobre 2006

Settimane corte

La scorsa settimana lavorativa si è chiusa il giovedì: alle 21 un aereo mi ha portato a Barcellona. Un matrimonio tradizionale di mantillas e kilt scozzesi in quel di Altafulla, pochi km a nord di Tarragona. La cerimonia in un castello splendido (il castello di Tamarit), dove si scopre che per gli spagnoli cattolici dio è todo poderoso, praticamente il nome di un supereroe (e in Italia, sarebbe diventato immediatamente toro poderoso).
E poi un sacco di roba da mangiare, scozzesi sbronzi e strafatti senza darlo minimamente a vedere, l'unico francese in sala che diventa molesto, spagnoli che ballano al ritmo di musicaccia. E però domenica mattina l'ultimo bagno della stagione, a La Mora.
Barcellona è città che attira. C'e' il mare lì dietro, una città che funziona, dove molti vanno in bici e ci sono pure un po' di piste ciclabili. E poi si mangia bene, e costa poco meno di Roma. Hanno due lingue, che non è male. Esistono quartieri vecchi che stanno diventando nuovi, ma anche quelli non vecchi né nuovi sembrano vivibili.

Insomma, la settimana è stata corta. Anche questa che viene sarà corta: da giovedi ci si muove (bici + treno, si spera) verso Sora, che pare essere diventata l'ombelico filosofico italiano. Dopo circa tre giorni di chiacchiere darwiniane, la domenica si spera di poter fare questa, tempo permettendo.

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