13 gennaio 2007

Gerontoevento

Un luogo comune abbastanza diffuso: la società odierna non sa più trattare i vecchi, che prima erano fonte di saggezza e trasmissione di saperi.
Lo ripete anche Paolo Vineis nel suo ultimo libro, molto interessante per altri versi.
Ecco, non e' vero. I vecchi sono all'università a fare i tromboni, e alcuni di loro insegnano pure: saggezza vecchia di trent'anni (quando va bene).
Prima si era vecchi a sessanta anni, quando non si era piu' abili per il lavoro pesante. Allora si stava in casa a chiacchierare, per una decina d'anni, poi al primo infarto, ciao nonno.
Oggi dall'università non ti cacciano neanche dopo morto (che tanto la differenza non si nota, almeno prima che il cadavere inizi a rilasciare liquidi). Anzi, ti prendono solo quando sei abbastanza vecchio. Evidentemente per loro la saggezza conta.
A un concorso cui dovro' partecipare, conosco altri due candidati: rispettivamente di 38 e 44 anni. Per un posto da 1100 euro al mese.

1 commento:

Anonimo ha detto...

perchè ho la sensazione che anche alla saggezza abbiano cambiato il suo significato?