Geni - I
A 19 anni non ancora compiuti, presumibilmente prima di imparare il mestiere di falegname, viene condannato la prima volta per furto semplice, venti giorni. Nove mesi dopo, altri 2 mesi e 27 giorni: non più Reggio Calabria, ma Messina. Il mese dopo, a Scilla si prende altre tre condanne, per un totale di 133 giorni di carcere, tutti per furto semplice.
Poi, tre anni dopo, altri 5 mesi: il furto è continuato, non più semplice, ma la pena viene condonata. Gli verrà condonata anche la pena più grave: un ergastolo, per diserzione qualificata.
Probabilmente, vista la buona sorte, è allora che impara il suo mestiere, e per cinque anni non se ne sente parlare. Ma ecco una nuova condanna: un mese, e pena pecuniaria per contravvenzione alla legge sull'emigrazioone. Aveva tentato di scappare a Parigi.
Poi oltraggio, tre anni dopo, e ancora oltraggio e soldi per contravvenzione alle leggi di Pubblica Sicurezza. La prima truffa gli va bene, e viene assolto per insufficienza di prove.
Ma quando 3 anni dopo spaccia una cambiale falsa, si becca 2 anni, 6 mesi e 5 giorni, a Messina.
Esce di galera, e si fa una condanna di sei mesi per maltrattamente in famiglia.
L'ultima condanna certificata è del 1937: 10 mesi, e 11 giorni, da scontare a Scigliano (CS): tra i vari appelli, ecc ecc, esce dal carcere il 17 maggio del 1941. E torna a vivere nel paese dove si era stabilito già da quindici anni: Santo Stefano d'Aspromonte.
Questo è il fascicolo di Natale B., nato il 12.4.1896, nato a Limbadi (CZ), falegname comunista, considerato sovversivo e pericoloso, definito di "espressione antipatica" e di vestiario "indecente" nella scheda del Casellario Politico Centrale. Era il fratello di mio nonno Giovanni, lo zio di mia madre.
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