17 dicembre 2007

Domanda

Sto leggendo un libro molto interessante per scriverne su un giornale: Come Mangiamo di Singer e Mason. E' sull'etica delle scelte alimentari. Da queste parti, non si mangia carne per convinzioni ecologiche, si mangiano poche uova, pesce molto raramente, ma non si dà l'addio ai formaggi, né al latte.
Nel libro si trova il seguente brano da un'intervista:

Mia madre preparava degli spaghetti che chiamava "spaghetti rossi" [...]: salsa di pomodoro Campbell mescolata a latte e formaggio Velveeta e poi versata sugli spaghetti. E questo piatto si accoppiava con la carne in scatola."

Ecco: a me questa cosa fa rivoltare lo stomaco, molto più delle descrizioni delle cruente e crudeli operazioni di allevamento e macellazione degli animali di cui il testo è pieno. Perché? Perché mi fa più schifo una ricetta culinaria piuttosto che leggere di vitelli spinti alla depressione e torturati prima della morte, o di galline il cui becco viene cauterizzato con aghi roventi?
Cmq, sappiate che l'allevamento intensivo fa male a voi e al pianeta. E non c'è modo di negare questa cosa: o vi convincete a ridurre drasticamente la carne e i latticini, o l'apocalisse ambientale sarà anche colpa vostra.
(Penitentiagite, siate mondi per mondar lo mondo!)

p.s.
Io sono cresciuto con una madre che non voleva cucinare: la nostra versione degli spaghetti rossi era pomì versato direttamente dal brik sulla pasta, e parmigiano grattato sopra.

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