14 maggio 2007

Perché Il Manifesto ogni tanto serve

A me il manifesto sta un po' antipatico, ma soprattutto per vicende personali. Lo compro saltuariamente, e lo leggo più o meno a scrocco. Ciò che meno mi piace, del giornale, è l'insopportabile elitarismo della parte culturale e la poca cura giornalistica con cui viene fatto il giornale.
Però ogni tanto proprio l'elitarismo e il fatto che sostanzialmente non c'è nessuno che sia capace di dire "questo pezzo non lo legge nessuno, riscrivilo o cambia argomento" fa sì che siano pubblicate chicche di valore. In questo caso, ci pregiamo di citare un'intervista uscita domenica, di Andrea Satta (del gruppo Tetes de bois a Gianni Mura. La trovate qui, ma solo da domani per tutti.


La più bella di Brel?
La chanson de vieux amantes
Di Ferrè?
Les anarchistes
Di Brassens?
Pauvre Martin
Just Fontaine?
Uno dei miei incubi, mi fece tre goal. Si facevano amichevoli Francia-Resto del mondo al Tour. Io, resto del mondo, Sandro Ciotti capitano mi disse: «marcalo tu quello là», ma era il capocannoniere dei mondiali del '58, e me lo dissero dopo.

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