Oggi puntata di Quark dedicata a un TIR che mi tocca da vicino: la Bibliotecaria Stronza.
Da anni vado in giro per il mondo e uso biblioteche a scopo di studio-lavoro.
In ognuna di queste, esiste la Bibliotecaria Stronza: almeno una c'e', dalle Alpi alle Piramidi. Sospetto esistano dei corsi appositi o dei posti riservati a questa categoria. Va sottolineato da subito che la Bibliotecaria Stronza è solo donna. Sempre. E non è sessismo, forse è solo casualità; però gli uomini che lavorano in biblioteca raramente sono stronzi: possono essere incapaci, un po' ritardati, inutili, ottusi. Ma sono sempre gentili. E mancano loro i due fenotipi comportamentali di base che caratterizzano la Bibliotecaria Stronza. Il primo è il rapporto con il patrimonio librario: assolutamente privato. L'utente è li' solo per toccare e rovinare i suoi gioielli, rubarle attimi di contemplazione ai suoi volumi. Considera la domanda di consultazione alla stregua di uno sconosciuto che le fruga nei cassetti della biancheria. Ed è certa che l'utente voglia fare qualcosa di perverso sulle sue cose, che finirà per rovinarle irrimediabilmente. Dunque, la Bibliotecaria Stronza farà di tutto per ostacolare l'utente: se proprio non può impedire la consultazione, allora tenterà con ogni mezzo di rendere l'esperienza spiacevole, sperando di indurre l'utente a non ripeterla.
Il secondo tratto tipico è la convinzione che se le cose non vengono fatte come dice lei, allora l'istituzione è in pericolo. E quindi non si capacità di come - nonostante lei lavori magari solo per 4 ore a settimana - la biblioteca funzioni egregiamente da anni, se non secoli.
Bibliotecaria Stronza ci si nasce, o ci si diventa? Migliaia di utenti, in ogni parte del mondo, ogni momento, se lo domandano.
La conversazione tipica tra l'utente e la Bibliotecaria Stronza è:
- Ah, vuole proprio l'edizione del 1755?
- Si', sa, è la prima.
- Perche' c'e' questa edizione del 1972...
- Si ma non è la stessa, la paginazione e' diversa, mancano le illustrazioni, e' stata emendata.
- Ah, ma ce l'ha l'autorizzazione per i fondi antichi?
- Si, ma lei lo sa, e' scritto sulla mia tessera, e sono tre anni che mi vede qui.
- Ah, gia'.
- Allora compili questa, e poi l'altra scheda.
- Gia' fatto.
- C'e' solo il cognome, manca il nome.
- Ha ragione, scusi.
- Il nome è necessario.
- Si, mi scusi. Sa, faccio 18 richieste al giorno...ogni tanto...
- Beh, il nome lo deve mettere.
- Ho capito. Mi dia la scheda che lo scrivo.
- Non serve, la conosco. A che posto è?
- A quello scritto sulla scheda.
- E' il tavolo per i fondi speciali?
- Si, sono tre anni che mi ci siedo, la sedia ha la mia impronta glutea, c'ho fatto la muffa.
- Ah, allora mi vedo costretta a passarla, questa richiesta.
- Grazie.
Torni al tuo posto, provi ad accendere la luce: niente. Provi quella vicino, non funziona. La terza, idem.
Torni dalla Bibliotecaria Stronza.
- Scusi, non si possono accendere le luci?
- Ha provato con l'interruttore.
- No, con l'accendino.
- No, stia attento. C'e' l'interruttore sulla base.
- Lo so, il mio polpastrello lo riconosce anche al buio. Ho provato, ma non si e' acceso.
- Ah beh, io non sono l'elettricista.
Giuro che tutto cio' corrisponde alla realtà.
(Dieci minuti dopo la scena della lampada, è venuto su il ragazzo che fa anche il portiere, ha provato ad accendere le lampade. Ha fatto dieci passi, e' andato al quadro generale, ha girato un interruttore, guardandosi intorno sorridente, come dio al Fiat lux).
Per fortuna, esistono anche persone gentili. Oggi, una bibliotecaria, dopo una mia richiesta che non e' andata a buon fine per diversi motivi indipendenti dalla sua volontà, per mezz'ora ha tentato di risolvermi il problema.
Alla fine, sorridente, è venuta con voce sommessa e quasi scusandosi ha detto: "Mi dispiace molto, l'edizione del 1757 non e' disponibile ora. La puo' chiedere domani mattina a questa persona, che le dara' il cd-rom. Intanto le do' quella del 1761, e' un po' diversa, lo so, mi dispiace, pero' intanto le da' un'occhiata. Scusi ancora". E con un sorriso è tornata dietro al bancone.
Il mio piccolo mondo è fatto anche di queste cose, mica solo di letteratura....