29 novembre 2005

La mappa e il territorio

Ho aperto una mappa per questo blog su Frappr.
Cioe', una mappa dove voi lettori (molti meno dei manzoniani 25) potete piantare la bandierina. Ovviamente potete anche inventare, e quindi far finta che leggete il blog da Vanuatu, da Ouagadougou, o da Albuquerque (NM).
Pero' tanto ci son sempre le statistiche di shinystat, quindi se mentite vi sgamo.

Del possibile e del reale

"Credo che la mia candidatura si è dimostrata forte", riporta Repubblica.it.
Saro' pignolo, ma la scomparsa di congiuntivi e condizionali ha del filosofico: la realtà diventa proiezione dei propri desideri e della propria immaginazione. Il linguaggio costruisce un mondo, lo disegna, e cerca di comunicarlo.
La politica, da che mondo è mondo, usa un linguaggio affermativo: lo slogan vuole descrivere la realtà, esprime un futuro certo, una convinzione assoluta. Non vi è incertezza.
La politica più recente fa sempre più leva su questo, Berlusconi è un maestro: esprime certezze, fatti, realizzazioni. Finti, perlopiù. Ma assoluti: Io ho fatto, Io faccio, Io faro'.
Ogni tanto, e' interessante vedere come a qualcuno scappi ancora il germe del dubbio: Io credo che....per poi virare all'indicativo presente, è.
E' solo ignoranza grammaticale, o è il dubbio che saltuariamente fa capolino?

28 novembre 2005

Ragtime

Romanzo, tentativo di mito fondativo degli Stati Uniti d'America, scritto trent'anni fa da E.L. Doctorow. Ne avevo sempre sentito parlare come di un capolavoro, ne hanno tratto un film uscito nel 1981.
Bello, appassionante, ma a tratti artificiale: ci sono paragrafi di descrizione che sembrano essere utili solo a far vedere quanto l'autore abbia studiato nei particolari l'epoca.
Puo' darsi sia solamente questione di nazionalità e cultura. Prima di questa lettura non avevo mai sentito parlare di Stanford White, per esempio.
Sono invece molto interessanti alcuni esperimenti linguistici, come il mancato utilizzo della punteggiatura da discorso diretto che rende spontanee e ritmate le pagine di dialoghi. Il Ragtime è sincopato, si sviluppa anche dall'incrocio tra bianchi e neri, usufruisce dei primi mezzi di riproduzione musicale per avere larga diffusione. Il romanzo impasta il tutto e lo restituisce sotto forma di racconto, ma un racconto che sa di narrazione orale, di un narratore che gesticola mentre parla, di un pubblico che ride e ogni tanto arricchisce di dettagli.
IMHO, un'ottima lettura.

27 novembre 2005

Homevideo

In tutto lo splendore dei 14 pollici TFT del mio portatile, tra una puntata e l'altra di Desperate Housewives (le prime sette puntate della seconda serie, ho visto un po' di film: Fargo, dei Coen; Accattone, di PPP; Lolita, di Kubrik; e ho iniziato Mamma Roma, che stasera finisco.
Non si possono fare recensioni dettagliate. Pero', contrariamente a ciò che mi aspettavo, e' molto più comico Kubrik dei Coen. Su PPP, aspetto di finire Mamma Roma.

come i bimbi al luna park

Ieri al Salon des vignerons independants. Non so quanti espositori, ingresso gratuito, bicchiere incluso. Certo non e' il Forte Prenestino di Critical Wine, ma passare dai Margaux ai Sauternes, o dai Saint Emilion ai Traminer alsaziani, è stata una bella esperienza.

IMHO, lo champagne non dice nulla. I grandi rossi sono effettivamente grandi, e capisci le reputazioni di un vino o dell'altro. Quindi, medaglia d'oro a Margaux e Sauternes, ma poi tante cose di buon livello. Rimane, rispetto all'Italia, un peggior rapporto qualità prezzo. Qui, anche su grandi quantità, per meno di 10 euro c'è poca roba di alto livello. Per avere cose buone devi spendere un sacco di soldi.
Comunque, e' stato molto divertente. Dopo le prime due ore il cazzeggio è diventato l'unica vera guida, sorriso stampato in faccia, francese sempre piu' impastato, si andava alla ricerca di bottiglie che fossero oltre i venti euro di prezzo, oppure i cui proprietari avessero visi simpatici.

Piccoli particolari: il posto non è bello, il padiglione di un centro congressi; nessuno ti offre da mangiare, e se vuoi comprare un sandwich ti costa 7 euro; la chiusura precoce, alle otto.

Gli amici scrivono

Uno scrive un bellissimo post sul nonno.

Un altro, un bellissimo post su donne, anziani e firme giornalistiche.

Mi fa piacere conoscere queste persone.

24 novembre 2005

Varie ed eventuali

Qualche notizia sparsa.

- Ho iniziato la seconda serie di Desperate Housewives. Sempre più soap, sempre più dark.

- Anche negli USA i teo-con si impicciano delle faccende d'aborto: vi sono pressioni indebite sull'FDA per evitare un piu' facile accesso alla pillola del giorno dopo.

- A Rampini, inviato di Repubblica in Cina, filtrano le mail: gli arrivano dopo tre giorni. Tutto ciò dopo che ha pubblicato un articolo sul Tibet.

- la fiat ha lanciato un SUV, nomato "Sedici". Mi viene in mente 42, la risposta alla vita, l'universo e tutto quanto.

- Sto tentando da qualche giorno di seguire le discussioni di Loredana Lipperini sulla letteratura (dicono che faccia bene). Non so, non mi restituisce il piacere di leggere. Non come guardare la carne sanguinolenta dal macellaio, ma piuttosto come studiare endocrinologia per capire il bello del sesso. Legittimo, ma annoia molto più dell'atto che vorrebbe studiare. Non mi ci trovo proprio.

- A rimorchio, citazione da Nanni Svampa: "fare l'amore con un'ostetrica è un po' come leccare un gelataio".

21 novembre 2005

Coca a sinistra

Furio Colombo, ex-direttore dell'Unità, scrive un articolo per difendere la Coca Cola. A parte il fatto che non sono d'accordo con la sua presa di posizione, mi chiedo perché si perda tempo, a sinistra, a dividersi su queste cose. Davvero l'Unità non ha altro modo di riempire le proprie pagine? Davvero ci si deve far prendere in giro dalla destra anche sullo iato coca-chinotto?
Poi, un po' più nel merito.
Possibile che Furio Colombo non capisca il significato simbolico di alcune cose? Possibile che secondo certa sinistra, o si prende il palazzo d'inverno o ci si entra come custode?

17 novembre 2005

Un po' mi vergogno

sono andato a vedere "In her shoes". Il film serve solo a far vedere quanto sono lunghe le gambe di Cameron Diaz. Per la prima metà si prova scarpe in casa della sorella, vestendo una camicia orrenda e degli slip rosa. Visto che serviva un colpo di scena, la seconda metà del film si sposta in Florida, dove fa abbastanza caldo da poter far stare la Diaz in costume da bagno o pantaloncini, senza neanche inventarsi una scusa. La trama è costituita da piccole variazioni su questo tema. IMHO, risparmiate i soldi, che l'inverno s'avvicina (e qui Forecastfox mi dice -2°C...)

T.I.R. - Tipi di Incontro Ricorrente

Oggi puntata di Quark dedicata a un TIR che mi tocca da vicino: la Bibliotecaria Stronza.
Da anni vado in giro per il mondo e uso biblioteche a scopo di studio-lavoro.
In ognuna di queste, esiste la Bibliotecaria Stronza: almeno una c'e', dalle Alpi alle Piramidi. Sospetto esistano dei corsi appositi o dei posti riservati a questa categoria. Va sottolineato da subito che la Bibliotecaria Stronza è solo donna. Sempre. E non è sessismo, forse è solo casualità; però gli uomini che lavorano in biblioteca raramente sono stronzi: possono essere incapaci, un po' ritardati, inutili, ottusi. Ma sono sempre gentili. E mancano loro i due fenotipi comportamentali di base che caratterizzano la Bibliotecaria Stronza. Il primo è il rapporto con il patrimonio librario: assolutamente privato. L'utente è li' solo per toccare e rovinare i suoi gioielli, rubarle attimi di contemplazione ai suoi volumi. Considera la domanda di consultazione alla stregua di uno sconosciuto che le fruga nei cassetti della biancheria. Ed è certa che l'utente voglia fare qualcosa di perverso sulle sue cose, che finirà per rovinarle irrimediabilmente. Dunque, la Bibliotecaria Stronza farà di tutto per ostacolare l'utente: se proprio non può impedire la consultazione, allora tenterà con ogni mezzo di rendere l'esperienza spiacevole, sperando di indurre l'utente a non ripeterla.
Il secondo tratto tipico è la convinzione che se le cose non vengono fatte come dice lei, allora l'istituzione è in pericolo. E quindi non si capacità di come - nonostante lei lavori magari solo per 4 ore a settimana - la biblioteca funzioni egregiamente da anni, se non secoli.
Bibliotecaria Stronza ci si nasce, o ci si diventa? Migliaia di utenti, in ogni parte del mondo, ogni momento, se lo domandano.
La conversazione tipica tra l'utente e la Bibliotecaria Stronza è:
- Ah, vuole proprio l'edizione del 1755?
- Si', sa, è la prima.
- Perche' c'e' questa edizione del 1972...
- Si ma non è la stessa, la paginazione e' diversa, mancano le illustrazioni, e' stata emendata.
- Ah, ma ce l'ha l'autorizzazione per i fondi antichi?
- Si, ma lei lo sa, e' scritto sulla mia tessera, e sono tre anni che mi vede qui.
- Ah, gia'.
- Allora compili questa, e poi l'altra scheda.
- Gia' fatto.
- C'e' solo il cognome, manca il nome.
- Ha ragione, scusi.
- Il nome è necessario.
- Si, mi scusi. Sa, faccio 18 richieste al giorno...ogni tanto...
- Beh, il nome lo deve mettere.
- Ho capito. Mi dia la scheda che lo scrivo.
- Non serve, la conosco. A che posto è?
- A quello scritto sulla scheda.
- E' il tavolo per i fondi speciali?
- Si, sono tre anni che mi ci siedo, la sedia ha la mia impronta glutea, c'ho fatto la muffa.
- Ah, allora mi vedo costretta a passarla, questa richiesta.
- Grazie.

Torni al tuo posto, provi ad accendere la luce: niente. Provi quella vicino, non funziona. La terza, idem.
Torni dalla Bibliotecaria Stronza.

- Scusi, non si possono accendere le luci?
- Ha provato con l'interruttore.
- No, con l'accendino.
- No, stia attento. C'e' l'interruttore sulla base.
- Lo so, il mio polpastrello lo riconosce anche al buio. Ho provato, ma non si e' acceso.
- Ah beh, io non sono l'elettricista.

Giuro che tutto cio' corrisponde alla realtà.
(Dieci minuti dopo la scena della lampada, è venuto su il ragazzo che fa anche il portiere, ha provato ad accendere le lampade. Ha fatto dieci passi, e' andato al quadro generale, ha girato un interruttore, guardandosi intorno sorridente, come dio al Fiat lux).

Per fortuna, esistono anche persone gentili. Oggi, una bibliotecaria, dopo una mia richiesta che non e' andata a buon fine per diversi motivi indipendenti dalla sua volontà, per mezz'ora ha tentato di risolvermi il problema.
Alla fine, sorridente, è venuta con voce sommessa e quasi scusandosi ha detto: "Mi dispiace molto, l'edizione del 1757 non e' disponibile ora. La puo' chiedere domani mattina a questa persona, che le dara' il cd-rom. Intanto le do' quella del 1761, e' un po' diversa, lo so, mi dispiace, pero' intanto le da' un'occhiata. Scusi ancora". E con un sorriso è tornata dietro al bancone.

Il mio piccolo mondo è fatto anche di queste cose, mica solo di letteratura....

14 novembre 2005

Eleanor Rigby

E' l'ultimo romanzo di Douglas Coupland, uscito nel 2004. Come sempre, storie di coincidenze e avvenimenti improbabili. Riesce a vedere un lato interessante delle cose.
Questo è un libro non facile, triste, molto triste dall'inizio alla fine. Ma finisce inaspettatamente con un arcobaleno all'orizzonte. E' durato poco piu' di due giorni (in inglese).
Ora come si va avanti?
Ho finito i romanzi qui, devo andare a scegliere qualcosa. Tra i nuovi, la scelta è tra Bret Easton Ellis o l'autoctono Houellebecq.
Pero' non dispero che un giro per qualche usato trovi altri autori.

13 novembre 2005

A night at the Operà

All'Opera' Bastille, Tristan und Isolde di Richard Wagner. Biglietti a 5 euro per posti attrespolati al fondo della platea. Sorta di rastrelliere per le bici, che pero' sono piu' comodi di quanto sembri. Non si vede lo schermo che passa i sottotitoli, avvertono sul biglietto.
Nel volantino che ti danno all'entrata, capisci bene a cosa stai andando incontro. L'inizio e' alle 18.30, perche' l'opera, da sola dura 5 ore e spicci. 1h e 20 per ogni atto, 45 minuti il primo intervallo, 30 il secondo. In tedesco. Gia' l'opera e' quasi incomprensibile in italiano, figurati in tedesco, senza sottotitoli.
Scenografia assolutamente nulla: nero, parallelepipedo nero, attori in nero, mai piu' di 4 in scena, al massimo una cravatta rosa. Sullo sfondo, un grande schermo che proiettava immagini. Lente. Lente. Lente. Ancora più lente. A un certo punto, per rendere la scena che occupa la prima metà del secondo atto (sesso e passione in grotta tra Tristano e Isotta, che in italiano sembrano cartoni animati), lo schermo mostra una signora che accende, una per una, circa duecento candele, circa una 20 secondi.
Lentezza che d'altra parte serve a conciliare due forme di espressione diverse: e quindi adeguarsi all'opera è complicato. T., uno del nostro gruppetto di italieni, genuino appassionato, ha stampato la sinossi dal web. 5 ore di opera in una paginetta e mezza. Non succede nulla, praticamente.
La musica: boh, ne capisco nulla o poco. Ma non mi ricordo assolutamente nulla. Se non la sensazione che Wagner abbia influenzato molta musica da film del Novecento.
L'Opera' Bastille è veramente bella. Fuori magari non molto, ma dentro si, veramente. Ieri era piena in ogni ordine di posti (e si partiva dai 150 euro).
La cronaca: Fila dalle 16.30 per prendere i biglietti. Attesa, compri acqua, rapido spuntino. Primo atto, capire quali sono le posizioni più comode, cercare di ricordare cio' che hai letto nella sinossi e riadattarlo a ciò che si svolge sulla scena, e riguardarlo interpretato nello schermo, tanto il tempo c'e'. Intervallo, pausa birra in uno dei tanti locali della zona, rientro con qualche minuto di ritardo (tanto sei talmente nascosto che nessuno se ne accorge). Secondo atto in cui succede nulla: 45 minuti di sesso simulato, e un breve duello finale, con Tristan che viene ferito a morte. Terzo atto: abbandonato per manifesta inferiorità, io e P. siamo andati via, cena con altri due italiani in libera uscita. Erano le 22.15, iniziava il terzo atto, che è la lunga agonia di Tristan in attesa poi della morte anche di Isolde, dovuta al crepacuore per la morte dell'amato. In realtà, si erano innamorati nel primo atto, solo perche' si erano calati qualcosa di molto potente. IMHO, bah.

11 novembre 2005

Romanzo Praghese

Da molti anni non mi capitava di leggere qualcosa di ambientato a Praga. Forse da quando ho letto Kafka, anni fa.
Quindi, "Il caso dell'Infedele Klara" di Michael Viewegh (Instar Libri) è stato una lettura piacevole. Nomi esotici, luoghi sconosciuti. Il libro in sé, non è un granché. Piccolo trattatello, con molte citazioni letterarie, sulla gelosia. Ma, confida l'amica che me lo ha regalato, il traduttore (Alessandro Catalano) è molto simpatico. Pero' si legge facilmente e piacevolmente , anche se si capisce come va a finire dopo venti pagine, piu' o meno. Il motivo per cui mi è stato regalato, soprattutto, è la Cina, dove si svolge la seconda metà del libro.

07 novembre 2005

Scirocco

Di Girolamo de Michele. Il pensiero corre immediatamente a WuMing e Romanzo Criminale. Storia in forma di romanzo: in particolare, la storia italiana dalla seconda guerra mondiale a oggi, quella delle trame nere, dei servizi, dei fascisti in libera uscita nelle stazioni. Tutto molto bello e interessante. Un amico bolognese parla di "darksideofthemoon" italiano, di utile ripasso. Probabilmente è vero, probabilmente la memoria di tutto ciò che in Italia è successo "dietro" si sta perdendo. Cose da prima repubblica, del passato.
Salvo poi scoprire che alcune persone del presente italiano non sono così lontane da quegli ambienti, e che - come Sbancor scrive in American Nightmare - esiste un gruppo di bravi ragazzi americani che da anni fa affari in giro per il mondo, tra guerre e droga, tra politica e terrorismo.
Pero': il libro è scritto male, secondo me. Personaggi senza sfumature, un'eroina che sa far tutto e conosce tutto, dai vini ai pompini ai tortellini, bella e brava in qualsiasi cosa. Insomma, dal punto di vista letterario il libro è abbastanza irritante, con luoghi comuni di una parte della "sinistra" e del "sud", tra radicale e radical chic.
Pero' tiene bene, il libro, e il groviglio di eventi alla fine toglie il fiato.

Quindi, il mio personale giudizio è ambivalente. Sono convinto che un passaggio redazionale più severo l'avrebbe asciugato e reso meno stereotipato.

06 novembre 2005

Cultura di una ministra

Oggi su Raitre, mezzora di intervista della Annunziata alla Moratti Letizia, ministra. A parte i contenuti agghiaccianti dei discorsi della ministra, a un certo punto l'Annunziata legge due stralci da articoli critici del Sole24Ore e da Repubblica. La Moratti, stizzita: "Perché legge solo articoli negativi? Ce ne sono stati anche positivi".
E' questa l'idea di giornalismo della Moratti (e del suo presidente del consiglio): l'intervistatore deve incensare l'intervistato. La critica, anche leggera, è chiaramente qualcosa che prende alla sprovvista, fuori dal normale.

Parigi brucia - update

Le fiamme si avvicinano.
E non scaldano il cuore.

05 novembre 2005

Parigi brucia

Le banlieues parigine sono in fiamme, e contagiano pian piano anche le altre città francesi. Un sociologo qui parla di onore e reputazione. L'onore è quello che ha fatto scattare la prima rivolta, la reputazione ha fatto espandere la rivolta. La prima offesa - i due ragazzi morti, Sarkozy che parla di feccia - ha toccato l'onore. Poi da banlieue a banlieue: "quante macchine avete bruciato voi stanotte?".
Comunque, niente politica. Zero. Mi sembra che sia la rabbia di una generazione che non si vuole fare il culo come i genitori che li hanno fatti crescere in Francia, ma il cui immaginario è solo quello televisivo. La rivendicazione è poter comprare le scarpe su rue de Rivoli. E la raggiungi con lo spaccio, non con il negozio di frutta da tenere aperto 18 ore al giorno, 7 giorni su 7. Che e' d'altra parte il frutto di anni di gestione sbagliata delle banlieues, in cui hai creati ghetti che hanno sviluppato una cultura interna, di ghetto, in opposizione al resto. Ovvio che anche se gli dai "liberté, egalité, fraternité" ti sputano in faccia, non sanno che farsene, non fa parte del loro mondo di valori. Soprattutto se le poche volte che hai provato a mettere fuori il naso non sei stato né libero, né uguale, né trattato come fratello.
E' questo il fallimento cui la République è andata incontro.

Tu Stato, come reagisci di fronte a un rabbia che non ha rivendicazioni dirette ed immediate? Qui per il momento l'unica risposta è stata la repressione, la militarizzazione con una polizia veramente nazista, odiata e odiosa, arrogante e violenta.

03 novembre 2005

Pluralismo religioso

Che non ci si venga a dire che in Italia non esiste il pluralismo religioso. Il governo toglie l'ICI per gli immobili religiosi (cioe', la chiesa cattolica ne beneficierà un bel po'), e il governo scende in piazza per difendere Israele (che la stessa chiesa cattolica ha cercato attivamente di cancellare dalle pagine della storia, ben piu' dell'Iran).
Pero', tanto per essere un po' pignoli, qui si trova una riflessione interessante: non del tutto condivisibile, ma mette in luce alcuni dei mezzucci utilizzati per creare isterie di massa. E soprattutto, mostra per l'ennesima volta la cialtronaggine di molti giornalisti italiani.